Bottalico e Tarasco sul referendum greco!

Nel rilanciare e condividere il Comunicato del nostro Presidente Nazionale Gianni Bottalico, voglio ribadire la consapevolezza dell’importanza, per una Regione come la nostra, di un Europa capace di orientare le proprie politiche verso le persone e verso i territori a partire dalle fasce più deboli. Ci possono essere diversi esiti, anche drammatici, del voto greco e della partita internazionale che si gioca a Bruxelles e a Strasburgo, ma può anche uscirne una nuova consapevolezza e un nuovo orizzonte europeo più sociale e più giusto. Nessuno pensi che si tratta di qualcosa di lontano da noi… E’ con la nostra partecipazione e il nostro impegno che l’Europa può tornare ad essere il sogno nostro e dei Padri fondatori

Massimo Tarasco – Presidente Regionale ACLI Piemonte

Roma, 5 luglio 2015 – «L’esito del referendum greco – commenta Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, mentre si sta ultimando lo scrutinio nel Paese ellenico – ha due grandi sconfitti. Il primo sconfitto è l’establishment tecnocratico e politico che ha reso irriconoscibile il progetto europeo delle origini, dando una priorità assoluta e insensata agli interessi della finanza internazionale, a scapito della dignità del lavoro e della democrazia. L’altro grande sconfitto è il blocco delle forze populiste e nazionaliste che cavalcando lo scontento diffuso per la crisi, rischiano di sfasciare l’Europa. Il voto greco dimostra invece che l’Europa è riformabile quando la sovranità torna al popolo sia a livello nazionale che a quello comunitario.

 

La Grecia – prosegue Bottalico – non avrà risolto i suoi problemi ma l’esito della consultazione referendaria le conferisce adesso maggior forza contrattuale, ottenuta nonostante l’ignobile tentativo di condizionamento del voto messo in atto dalle istituzioni finanziarie europee con la riduzione della liquidità di emergenza delle banche greche, che costituisce un accanimento su pensionati e famiglie, fatto da chi nel contempo pompa senza interruzione quantità incomparabilmente superiori di liquidità nei bilanci degli istituti di credito europei. Il voto di oggi potrebbe essere ricordato come l’inizio del crollo dell’ultima dittatura rimasta in Europa, quella dell’attività finanziaria speculativa. Bisogna allora dare seguito a questa istanza di profondo cambiamento che arriva dai Paesi meridionali dell’Europa: oggi la Grecia, domani la Spagna, il Portogallo, l’Italia e la Francia.

Nella politica italiana si sente ora un coro unanime di critica all’austerità. Ma saranno credibili solo coloro che faranno anche i fatti. Lo si capirà, ad esempio da come sarà articolata la legge di stabilità 2016, se conterrà, nel contempo, più investimenti per lavoro e sviluppo, più spesa sociale, con l’introduzione di una misura universale per la lotta alla povertà, minori tasse per lavoratori e famiglie e sui patrimoni immobiliari dei ceti medio bassi, in modo da innescare un circolo virtuoso che porti alla ripresa della domanda interna. Ciò naturalmente – conclude Bottalico – implica la determinazione politica di ridiscutere vincoli e trattati europei, di togliere immediatamente il pareggio di bilancio dalla Costituzione, non fermandosi al primo no di qualche euroburocrate, ma giungendo, se necessario, al ricorso al referendum anche in Italia».

Fonte www.aclipiemonte.it