Cosa succede se non si presenta la dichiarazione dei redditi?

image_print

Con il mese di maggio è iniziato il periodo in cui ci si occupa della presentazione del Modello 730 ma ci siamo mai domandati cosa succederebbe se non si presentasse la dichiarazione dei redditi o la si presentasse errata? La dichiarazione dei redditi si considera omessa, ovvero non presentata, solo quando il contribuente (non esonerato dalla dichiarazione stessa) non presenta il Modello 730 o il Modello Unico (che da questo anno si chiama Modello Redditi) entro la scadenza prestabilita e nemmeno entro i 90 giorni successivi alla scadenza. In questo caso il contribuente, persona fisica o società, non può più riparare alla dimenticanza e sarà per questo sanzionato.

Se si presenta il Modello 730 o Unico-Redditi oltre i termini ordinari ma entro i 90 giorni dalla scadenza, il contribuente può ricorrere al ravvedimento operoso, è soggetto a sanzioni ridotte e la sua dichiarazione è considerata regolarmente presentata ai fini fiscali. Il pagamento della sanzione è:

  • pari a 250 euro, se non sono dovute imposte;
  • compresa tra il 120% e il 240% delle imposte dovute, con importo minimo di 250 euro.

Se invece la dichiarazione viene presentata entro il termine di presentazione della dichiarazione del periodo di imposta successivo e prima dell’inizio dell’attività di accertamento sono previste riduzioni, in quanto si applica una sanzione:

  • pari a 150 euro se non sono dovute imposte;
  • compresa tra il 60% e il 120% dell’ammontare delle imposte, con un minimo di 200 euro.

Il contribuente che non presenta la dichiarazione entro i termini commette il reato di omessa dichiarazione redditi, che prevede una sanzione tributaria e penale nel momento in cui si supera la soglia di 50.000 euro di imposte evase, sino al 2015 la soglia era pari a 30.000 euro. A partire dall’anno 2016, però pur essendosi alzata la soglia di punibilità, è prevista una pena più severa, quella della reclusione da 1 anno e 6 mesi a 4 anni. La precedente normativa prevedeva una soglia di punibilità (reclusione da 1 a 3 anni), in caso di dichiarazione infedele, al di sopra di 50.000 euro di imposta evasa, con un imponibile minimo di 2 milioni di euro. Ora, la riforma del 2016 ha elevato a 150.000 euro tale soglia ed elevato l’imponibile a 3 milioni di euro.

È considerata dichiarazione fraudolenta la dichiarazione per la cui redazione sono utilizzate fatture e documenti ce giustificano operazioni inesistenti. La punibilità di questa tipologia di dichiarazione fraudolenta è estesa a tutte le dichiarazioni di imposta su redditi e Iva, sono dunque punibili tutte le dichiarazioni non solo quelle annuali.

Il Direttore – Mariano Amico

Condividi

Potrebbe anche interessarti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *