La sordità come malattia professionale

Il Censis ha rilevato una questione molto preoccupante: nel nostro Paese sono in significativo aumento le persone affette da ipocusia. Secondo i dati raccolti, il 12% della popolazione soffre di problemi di udito. L’incremento generale negli ultimi sei anni è del 4,8% e il trend pare destinato a crescere.

Tra i fattori di rischio rilevanti, vi è senza dubbio l’invecchiamento. Tuttavia il rumore ambientale, soprattutto in ambito lavorativo, rappresenta un ruolo determinante. Lo dimostra che nella fascia d’età tra i 46 e i 60 anni – quindi in età lavorativa – l’incremento è stato del 9,8%.

L’esposizione professionale a fonti di intenso rumore, prolungata nel tempo provoca spesso danni alla salute, tra cui la diminuzione della capacità uditiva, che costituisce una delle malattie professionali più diffuse e più frequentemente denunciate e indennizzate dall’INAIL.

I sintomi sono la difficoltà a comprendere parole e suoni, la presenza di acufeni (ronzii, fischi, fruscii) e iperacusia (ridotta capacità di tollerare rumori esterni).

L’ipoacusia è tra le patologie comprese nelle Tabelle INAIL delle malattie professionali, ovvero quelle per le quali è previsto un iter di riconoscimento facilitato.

Quali sono i settori lavorativi che presentano i maggiori fattori di rischio? L’edilizia (ad esempio muratori e carpentieri); l’industria estrattiva (minatori e marmisti); industria metallurgica e metalmeccanica (ad esempio fonderie e acciaierie); cantieri navali; industria del vetro; lavorazione del legno (falegnami); industria tessile; industrie della ceramica e del cemento; industria della plastica e della gomma; cartiere e industrie grafiche; lavorazioni di agricoltura.

C’è però da considerare che le attività lavorative interessate, almeno potenzialmente, sono molte di più, magari alcune di svolgevano nel passato quando l’attenzione a questa patologia era sicuramente minore.

Se l’ipoacusia è causata dall’attività lavorativa, è importante attivarsi per richiederne il riconoscimento all’INAIL. L’eventuale danno è indennizzato con un risarcimento una tantum (per percentuale riconosciuta fra il 6% e il 15%), oppure con la costituzione di una rendita (per percentuale riconosciuta a partire dal 16%). Tra le prestazioni erogate dall’INAIL vi è anche la fornitura di protesi.

Gli operatori e i medici-legali del Patronato ACLI della provincia di Alessandria sono a disposizione per approfondire il tuo caso valutando l’esposizione professionale unitamente all’esame audiometrico. Chiama il numero unico provinciale 0131.25.10.91 per fissare un appuntamento presso l’ufficio più vicino a te.

Grazie al finanziamento 5xmille IRPEF 2020 – progetto “Family Care – Punto Famiglie” si può promuovere la divulgazione delle notizie e informazioni legate alle persone con disabilità e ai loro familiari. In questi anni il progetto “Family Care – Punto Famiglie” si è attivato in ogni sede ACLI della provincia di Alessandria

Il Direttore – Mariano Amico