28 aprile Investire nella cultura della sicurezza sul lavoro

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Il 28 aprile è la Giornata Mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro, ne parliamo con Mariano Amico – Direttore del Patronato ACLI e Amministratore del Sistema delle ACLI di Alessandria, in quanto è sempre più difficile parlare di numeri quando si tratta di morti e anche se il bollettino Covid che ci accompagna da due anni rischia di renderci insensibili, non possiamo trascurare un altro bollettino quotidiano a cui non viene data sempre la giusta attenzione, quello dei morti sul lavoro.

Direttore come sono stati i dati nel 2021? Nel 2021, secondo gli ultimi dati INAIL, sono morte almeno 3 persone al giorno sul luogo di lavoro oppure mentre si recavano a lavorare, un numero inaccettabile per un paese che si definisce civile. Gli infortuni superano quota 500mila, un dato destinato a crescere se consideriamo la “stranezza” di questo 2021, funestato ancora dal Covid, con interi settori che non sono mai ripartiti al 100%. Senza considerare la reticenza a denunciare un infortunio. Un altro dato che spaventa è quello delle malattie professionali, in aumento del 23% circa rispetto all’anno 2020 con i 55mila casi, anche se i numeri reali, come per gli infortuni sul lavoro causa le mancate segnalazioni, sono molto più alti. Purtroppo anche nella nostra provincia non siamo esenti da questi eventi, le operatrici dei nostri sportelli ne sono testimoni, visto che da oltre 75 anni il Patronato ACLI è al fianco del lavoratore infortunato per dargli un servizio di tutela e assistenza completa per ottenere il riconoscimento delle prestazioni previste dall’assicurazione INAIL.

Le persone segnalano sempre l’infortunio? Spesso per timore, paure, remore, vi è quasi una vergogna nel segnalare un infortunio sul lavoro, per questo lo dobbiamo ribadire con forza: l’incidente sul posto di lavoro non è una colpa, la salute è un diritto! La segnalazione va sempre effettuata al Pronto Soccorso o presso il proprio medico di famiglia, va fatta perché si tratta di un diritto, di una prestazione che va a indennizzare un danno subito alla salute.

Le imprese che ruolo hanno? Le imprese dovrebbero essere spinte a investire sempre di più in sicurezza non solo per senso di responsabilità ma ancor più per “convenienza” anche perché il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali sono un costo diretto e indiretto pari al 6,3% del PIL italiano (studio dell’Europa per la sicurezza e la salute sul lavoro – 2019). Questo investimento in sicurezza, da parte delle aziende va sostenuto da parte dello Stato e accanto a questo sistema incentivante rimane una rivoluzione di fondo da portare avanti, quella cioè di strutturare in modo organico e costante il coinvolgimento di tutta la rete di soggetti possibili, per la diffusione delle culture della sicurezza nei luoghi di lavoro fin dall’età scolastica.

Il Direttore. Mariano Amico, conclude affermando: “La cultura della salute e la sicurezza, più che una risposta all’emergenza (che è dovuta) deve essere considerata come la base stessa del lavoro, una conditio sine qua non, un minimo comune denominatore che accompagni il lavoratore da quando inizia fino all’età del pensionamento. Oggi c’è bisogno della collaborazione di tutti, istituzioni, parti sociali, datori di lavoro e lavoratori, affinchè si parli meno di tragedie già accadute, e maggiormente delle buone prassi e dei risultati raggiunti per ridurre in modo drastico e irreversibile questi numeri, numeri dietro i quali c’è un volto, una persona e molto spesso una famiglia”.

Servizio Comunicazione Patronato ACLI Alessandria

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